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Tragedia Endogonidia C #01, 2002



C# 01 Cesena

Si parte dalla ragionevole considerazione dell'impossibilità contemporanea di un'autentica fondazione della tragedia. Ciò nondimeno il modo della tragedia di presentare allo spettatore un nodo drammatico è ancora il modello insuperato per ogni intima rappresentazione umana. Allo stesso tempo si avverte, nel nucleo della tragedia attica, la struttura stessa delle sensazioni che rivelano, della condizione umana, qualcosa come una inappartenenza a questo mondo, a questa realtà. La nostra epoca e le nostre vite sono definitivamente fuori da ogni concezione tragica. Redenzione, pathos e ethos sono parole irraggiungibili, cadute nella più fredda delle astrazioni. II teatro che rispetto, ora, è un teatro di commozione. Si conclude che occorre considerare la tragedia come l'unico e degno concorrente che si debba avere. Aggiungo che occorre avere il coraggio di guardare il vero volto della tragedia. Perché non so ancora cos'è. Vedo il riflesso dell'oro come una rivincita sul tempo e sullo spazio. Vedo l'oro come il rappresentante del mondo della Concezione che vince sul mondo finito del destino.
Legenda dei termini e del sistema

 

II ciclo di lavoro prevede una prima base a Cesena, con l'autogenerazione di una catena di immagini (tragedia endo-gonidia) da cui si distacca una serie di spore che saranno raccolte in altre "basi". A loro volta le spore daranno vita a unità tragiche singolari. Queste unità (che, come sigla, assumeranno il nome della città che le ospita: Roma 09, oppure Madrid 12) ricadranno sulla "base" successiva. II processo non sarà quello delI'accumulazione, bensì quello della trasformazione vivente. A + B non sarà AB. A + B sarà uguale a C. La struttura generale è una sequela che prevede una trasmigrazione delle forme al proprio interno. II processo sarà di tipo evolutivo. Non avremo tanti spettacoli, non avremo un unico grande spettacolo. Quello che avremo sarà un organismo in stato di fuga. La velocità di reazione e di cambiamento della forma diventa una strategia necessaria a sostenere la portata di questa epoca.
Tratto dal programma di sala (Romeo Castellucci)

 


Debutto

Cesena, Teatro Comandini, 20 gennaio 2002.

Crediti artistici

Regia, scene, luci e costumi: Romeo Castellucci. Drammaturgia musicale e composizione vocale: Chiara Guidi. Musica originale ed esecuzione dal vivo: Scott Gibbons. Moti di base: Claudia Castellucci. Con: Diego Donna, Maurizio Carrà e la partecipazione straordinaria di Radu Marian. E con: Scott Gibbons, strumenti elettronici. Francesca Bacchetta, piano. Direzione tecnica, realizzazione scenografica e oggetti: Studio Plastikart di Zimmermann-Amoroso, Cesena. Robotica: PKLab - Cyber Solutions. Meccanica: Stephan Duve. Tecnici Macchinisti: Michele Altana, Salvo Di Martina. Tecnico Luci: Luciano Trebbi. Tecnico costruttore: Franco Federiconi. Fonico: Francesco La Camera. Sartoria: Carmen Castellucci. Partecipanti al Laboratorio scenotecnico di C.#01: Raffaele Baraldi, Federico Fiumi, Federico Lepri (assistenti) e: Riccardo Ballani, Roberta Busato, Michela Ciappini, Marco Galafassi, Laura Gatelli, Emanuela Goidanich, Nicola Toffolini, Samantha Turci, Simon Witte (corsisti). Cura: Gilda Biasini, Cosetta Nicolini. Amministrazione: Michela Medri, Elisa Bruno. Assistenti: Silva Buldrini, Andrea Francia. Traduzioni: Emanuelle Caillat (Francese), Valentina Guidi (Inglese). Si ringraziano: Promomusic, Giovanni Rindone, Francesco Greco. Produzione: Societas Raffaello Sanzio, Festival d'Avignon, Hebbel Theater-Berlin, Kunsten Festival des Arts-Bruxelles/Brussel, Bergen International Festival, Odéon-Théâtre con il Festival d'Automne-Paris, RomaEuropa Festival, Le Maillon-Théâtre de Strasbourg, Les Bernardines con il Théâtre du Gymnase-Marseille. In collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione. Con il contributo del programma Cultura 2000 dell'Unione Europea.


archivio storico
societas raffaello sanzio
1981-2006

il sito documenta l’attività della compagnia teatrale
dall’origine fino alla conclusione del suo impianto unitario