Ophelia. Tratto dell'Amleto di Shakespeare
A proposito della morte di Ophelia legata all'acqua, non c’è dubbio che qui siamo in presenza della singolare vicenda ermeneutica dello specchio. Tutta la dinamica del dubbio suicidio si specchia nel ruscello, costruendo a dovere il gioco di una doppia scena, secondo il quale Ophelia si stacca dal piano reale per cadere in quello riflesso, quasi a suggerire un risucchio nella sua immagine, e quasi che, nello specchio acquatico, lei avesse infine riconosciuto la sua vera immagine, congiungendosi dunque ad essa per coincidervi e, infine, per possederla. E tuttavia non come Narciso nel suo mortale abbraccio col proprio doppio, perché Ophelia non fende immediatamente il piano dello specchio trascinando nel fondo se stessa e la propria immagine, bensì galleggia sulla superficie dell'acqua riflettente, divenendo così Iei stessa incarnata figura dello specchio.
Tratto dal comunicato stampa
Debutto
- Toga, Toga Festival, Art Performing Center, 6 agosto 1997.
Crediti artistici
Da Amleto di William Shakespeare. Regia: Romeo Castellucci. Declamatio: Chiara Guidi. Actio: Claudia Castellucci. Con: Elena Bagaloni, Cristiana Bertini, Giovanni Rossetti. Costruzioni: Paolo Guidi. Metallurgia: Stephan Duve. Attrezzeria e costumi: Carmen Castellucci. Tecnico del suono: Uria Comandini. Amministrazione: Michela Medri. Organizzazione: Gilda Biasini, Cosetta Nicolini. Produzione: Societas Raffaello Sanzio in co-operazione con Japan Performing Arts Center, Tokyo.
