Incomincia con Le fatiche di Ercole un primo viaggio in ciò che costituisce il fondamentale retaggio della nostra cultura occidentale: il pensiero mitico dell'Antica Grecia. La figura di Ercole, nome latino di Eracle, riceve la propria conformazione innanzitutto dal mito, di cui la poesia si è servita solo di rado; infatti non esiste nessuna narrazione epica greca su questo personaggio. Ercole riassume in sé i caratteri dell'eroe fiabesco: anch'egli è un "colui che va" e tutta la sua esistenza è segnata dalle prove e da una continua deambulazione. La vita stessa diventa un passaggio, una prova. Il tentativo fiabesco degli eroi bambini di trovare, attraverso le peripezie e i viaggi, il mondo degli adulti, vale qui il tentativo di passare dal regno umano a quello divino intrapreso da Ercole. In ambedue i casi occorre attraversare la regione ignota dell'oltremondo - il bosco o il giardino delle Esperidi - per accedere al premio, alla meta, all'appagamento del desiderio.
Questa rappresentazione propone ai bambini lo stesso cammino che compie Ercole, perciò il teatro non è un palcoscenico ma un dedalo di vie, anfratti, caverne, luoghi che sorprendono una conoscenza chiamata a spostarsi e a esperire direttamente per comprendere le cose.
Tratto dal programma di sala
Debutto
- Cesena, Teatro Comandini, 2 maggio 1994.
Crediti artistici
Drammaturgia e regia di Chiara Guidi. Scena e ambientazione sonora di Romeo Castellucci. Cura del luogo di Paolo Guidi, Chiara Bocchini, Carmen Castellucci. Con: Stefano Bartolini; Giunta Biserna; Chiara Bocchini; Agata, Carmen, Claudia, Demetrio, Romeo, Teodora Castellucci; Paolo Guidi. Progetto e realizzazione degli animali meccanici: Stephan Duve, Allegra Corbo. Cura: Gilda Biasini e Cosetta Nicolini. Produzione: Socìetas Raffaello Sanzio in collaborazione con Teatro Bonci di Cesena.