La discesa di Inanna. Mito sumero
Le parole che compongono La Discesa di Inanna non provengono dalla singola creazione di un autore, ma sono la trascrizione puntuale di un culto sumero di 5.500 anni fa. La rappresentazione del mito riguarda coloro che disconoscono il teatro dell'invenzione letteraria, per partecipare alla bruciante presenza delle cose antiche che rivivono. [...] La Discesa di Inanna recupera dunque tutta la flagranza dell'esserci e del partecipare a un'adunanza mitica di persone che si raccolgono attorno a una rappresentazione di un viaggio che li riguarda nel profondo, una per una. Erompe prepotentemente il dato animale che rende proporzionati a questa tensione tutti i rapporti. Animali significativi e prescelti tra tanti. Le capre, la pecora, i cinque babbuini viventi in scena portano sul palco il Disordine della Natura rispetto alla forma ordinata e fredda della Cultura e istituiscono un nuovo ordinamento a cui tutti necessariamente, attori e spettatori, si rifanno. [...] Il mito sumero narra della discesa agli inferi della dea Inanna, Grande Madre di Sumer, la quale, giunta in possesso dei più ampi poteri, vuole accedere a quello estremo: quello della morte. E così, consapevole del rischio di questo viaggio senza ritorno, sfida l'ignoto per l'urgenza di una conoscenza illimitata, capace di superare ogni divieto.
Tratto dalla scheda artistica
Foto di scena nella colonna centrale: 3 © Francesco Raffaelli; 4 © Veniero Manfredi
Debutto
- Montemarciano, Teatro Alfieri, 3 marzo 1989.
Crediti artistici
Drammaturgia e regia di Romeo Castellucci. Con: Chiara Bartolini, Francesca Bartolini, Giunta Biserna, Claudia Castellucci, Romeo Castellucci, Franco Federiconi, Chiara Guidi, Paolo Guidi, Renato Paggetti. Cura: Gilda Biasini.




